In data 26 gennaio 2023, la ricorrente ha presentato domanda di partecipazione al concorso, dichiarando di essere in possesso dei seguenti titoli:
- abilitazione all’esercizio della professione forense presso le giurisdizioni superiori;
- laurea in giurisprudenza;
- master di secondo livello – scuola di specializzazione avvocato internazionalista rilasciato dalla Scuola nazionale di Alta Formazione Specialistica” dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani (UFDU) costituita in seno al Ministero della Giustizia, al Consiglio nazionale Forense, in convenzione, oltre che con la Scuola Superiore dell’Avvocatura, con cinque Istituti Universitari italiani quali l’Università Sapienza di Roma, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Macerata, l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e l’Università degli Studi di Udine.
In data 27 giugno 2023, la ricorrente ha partecipato alla prova preselettiva, superandola con un punteggio di 42,43, superiore a quello minimo richiesto per accedere alla successiva fase del concorso.
A seguito dello svolgimento della prova preselettiva, gli uffici della SNA hanno provveduto a svolgere le verifiche relative al possesso dei requisiti dichiarati nella domanda di partecipazione, limitatamente ai
candidati ammessi alle prove scritte, come previsto dall’art. 3, comma 8, del bando di concorso. Espletate tali verifiche, con nota dell’8 settembre 2023, la SNA ha chiesto alla ricorrente di fornire chiarimenti in ordine alla natura e alle caratteristiche del titolo post lauream dichiarato nella domanda di partecipazione, non risultando riconducibile ad alcuno dei tre titoli tassativamente previsti dal bando.