Il rilancio della formazione dei dipendenti comunali, e dei dipendenti pubblici in generale, è uno snodo cruciale per la “transizione amministrativa”, elemento imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi di crescita economica e di benessere collettivo durante, ma soprattutto, dopo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Cosa questo significhi concretamente e come possa essere raggiunto è ancora da declinare, soprattutto
in un contesto quale quello attuale, di continuo e progressivo decremento del personale comunale
(-28,4% tra il 2007 e il 2021) e decrescita della spesa per la formazione che è passata da 97 euro pro
capite del 2008 a 68 euro del 2021.
Dal capitale umano dipende gran parte del successo di qualunque organizzazione. In un periodo storico come quello attuale in cui sono necessarie competenze nuove ed aggiornate, la formazione è la principale leva strategica per assicurare ai propri cittadini e imprese servizi efficaci ed efficienti. Le
amministrazioni pubbliche devono confrontarsi con contesti di apprendimento sempre meno statici e
formali, in cui le risorse umane possano sviluppare, accanto alle competenze tecnico-specialistiche,
le competenze trasversali indispensabili per contribuire attivamente al processo di transizione in atto. In tale contesto, la Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione del 24 marzo 2023 nelle premesse afferma che la “valorizzazione del capitale umano passa, dunque, attraverso il riconoscimento della centralità della leva della formazione, che deve avere valore per le persone e per l’amministrazione”.