Lo studio delle società a partecipazione pubblica intercetta un’ampia gamma di problematiche giuridiche. Basti citare le questioni della capacità delle amministrazioni, della costituzione della società (in cui si intrecciano disciplina pubblicistica e regolamentazione codicistica) e della struttura e della tipologia delle società pubbliche; vanno poi menzionati i temi della disciplina applicabile, del possibile “disturbo” alla concorrenza che la loro presenza e la loro attività cagionano, dei rapporti con il buon uso delle risorse pubbliche, della competenza legislativa a regolarne costituzione e attività, dei rapporti con l’art. 41, Cost., con il diritto dell’Unione europea e con la disciplina dei servizi pubblici.
Di estremo interesse è anche lo sguardo storico, impegnato a cogliere la linea di tendenza generale che ha caratterizzato il sistema delle imprese pubbliche. La presenza di organizzazioni volte alla cura di attività imprenditoriali e separate rispetto all’amministrazione territoriale deputata alla gestione delle funzioni amministrative più tradizionali ha nel tempo assunto un’articolazione tripartita: aziende municipalizzate e autonome (nei limiti in cui venisse svolta attività di impresa), enti pubblici economici e partecipazioni societarie.
L’impiego dello strumento societario ha avuto uno sviluppo assai rilevante, in forza sia di scelte normative, sia di un diffuso favore a livello soprattutto locale, coinvolgendo numerosissimi settori: dai servizi pubblici locali alla gestione. Ridotto l’insieme degli enti pubblici e delle aziende, le società sono oggi prioritariamente chiamate a popolare l’orizzonte che integra il “sistema” dell’impresa pubblica, anche se non mancano eccezioni, talora vistose, nel contesto normativo e istituzionale più recente.