La Corte di Cassazione, terza sezione penale, si è occupato nella sentenza n. 3583/2021 del tema di autorizzazioni sui beni culturali.
Nella fattispecie, un esercente aveva proposto ricorso davanti al Tribunale di Benevento contro l’ordinanza del giudice delle indagini preliminari con la quale era stata rigettata l’istanza di revoca del sequestro preventivo della struttura esterna installata negli spazi antistanti all’esercizio commerciale di cui era titolare.
Il Tribunale del riesame non accoglieva l’appello e l’esercente proponeva ricorso per cassazione.
La Corte di Cassazione ha poi ribadito che l’esecuzione di opere sui beni culturali in assenza di autorizzazione, sono punite come opere illecite, salvi gli effetti del Decreto Rilancio.
La Cassazione infatti ha ritenuto il ricorso infondato e lo rigetta ribadendo che le pubbliche piazze, vie, strade, e altri spazi urbani, nell’ambito dei centri storici, in base alla normativa sui beni culturali e del paesaggio, sono qualificabili come tali indipendentemente dall’adozione di una dichiarazione di interesse storico-artistico.
In base alla normativa sugli interventi soggetti ad autorizzazione, l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su tali beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente e in assenza di questa è punita come opera illecita, salvi gli effetti del Decreto Rilancio sull’installazione di dehors.