L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è il tema di maggior criticità per i servizi territoriali dei Comuni. Nonostante numeri elevati ma non impossibili da gestire, molti territori hanno superato da tempo il limite di sostenibilità del numero di minori in carico.
Oggi la governance del fenomeno è molto confusa e si sovrappongono competenze e ruoli. È ormai urgente procedere con una chiara rivisitazione normativa e procedurale che consenta di strutturare un sistema ordinato, trasparente che consenta programmazione. A tal fine è necessario costruire definitivamente un sistema che preveda un percorso certo fra prima e seconda accoglienza ed un’equa ripartizione territoriale, evitando le concentrazioni che, oggi, rendono l’accoglienza del tutto insostenibili per i territori più esposti.
Bisogna stabilire e strutturare una rete di centri di prima accoglienza esclusivamente a carico e sotto la responsabilità del Ministero dell’Interno e delle relative strutture periferiche. Tali centri, per una durata massima di 45/60 giorni, procedono all’identificazione, all’accertamento dell’età ove necessario, controllo sanitario, verificano la presenza di parenti sul territorio.
Conclusasi questa fase, tutti i minori accertati vengono trasferiti esclusivamente in una struttura del SAI, i cui posti devono essere pertanto adeguatamente ampliati e diffusi sul territorio. I centri di prima accoglienza devono rappresentare in ogni caso la “porta d’accesso” alla seconda accoglienza, e quindi alla rete SAI.
Tutto il giorno: Aggiornamento alla data del 28/02/2025 della banca dati delle opere pubbliche BDAP-MOP
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31 Marzo 2025