Nella prima metà del 2023 l’andamento dell’economia italiana ha risentito dell’indebolimento del quadro ciclico globale. Al dato del primo trimestre, caratterizzato da un sostanzioso incremento congiunturale (+0,6 per cento), ha fatto seguito nel secondo trimestre una contrazione del prodotto interno lordo di quattro decimi.
La crescita nei confronti dello stesso trimestre dell’anno precedente si è portata a 0,3 punti percentuali. Il dato segnala una decelerazione del ritmo di crescita del PIL. Il settore dei servizi, che aveva mostrato una decisa risalita fino ai primi mesi dell’anno, ha rallentato e non è più riuscito a compensare la contrazione
del comparto industriale iniziata nella seconda parte dello scorso anno. La fase di espansione della domanda interna e, in particolare, degli investimenti, si è arrestata.
Gli indicatori congiunturali più recenti delineano uno scenario di lieve ripresa dell’attività a partire dal terzo trimestre dell’anno. Infatti, il PMI manifatturiero si sta progressivamente allontanando dai minimi di giugno e, nell’insieme del terzo trimestre, la produzione industriale è attesa in lieve recupero visto anche
l’incremento di agosto. Inoltre, i consumi elettrici delle imprese energivore, così come la produzione di energia, risultano in recupero negli ultimi mesi, anche grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia; ciò è coerente col progressivo rientro dell’inflazione e con il conseguente recupero del potere di acquisto delle famiglie.
Le analisi interne, basate su modelli statistici alimentati dagli indicatori ad alta frequenza, prospettano una graduale ripresa della crescita in chiusura d’anno. Sul fronte energetico, grazie alla riduzione dei consumi1 e alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sono state scongiurate le tensioni sul prezzo del
gas naturale che si erano verificate nel 2022 durante il periodo estivo.