Il disegno di legge contenente delega al governo per la riforma fiscale (A.S. 2651), di cui è di seguito riportata una sintesi del contenuto, è stato approvato dalla Camera dei deputati, con diverse modifiche al testo iniziale, il 22 giugno 2022.
Nello stesso giorno è stato trasmesso al Senato dove è stato assegnato, in sede referente, alla 6a Commissione permanente (Finanze e tesoro).
Si ricorda che i contenuti del disegno di legge sono in parte riconducibili alle conclusioni dell’indagine conoscitiva condotta congiuntamente dalle Commissioni finanze della Camera e del Senato che si è articolata nell’arco di sei mesi, tra gennaio e giugno 2021.
Il 30 giugno 2021 le Commissioni hanno ciascuna approvato, in un identico testo, il documento conclusivo dell’indagine, che indirizza la riforma fiscale verso obiettivi di crescita dell’economia e semplificazione del sistema tributario. Il documento tiene esplicitamente in considerazione le finalità di transizione ecologica e digitale del PNRR; supporta l’approccio strategico esplicitamente contenuto nel Piano che vede nella digitalizzazione l’investimento più redditizio all’interno dell’Amministrazione Finanziaria, assieme a quello volto a dotarla delle competenze tecniche necessarie per metterlo adeguatamente a valore.
Nel Documento di economia e finanza (DEF) 2022, il Governo precisa che: “con il disegno di legge delega, approvato il 5 ottobre 2021 dal Consiglio dei ministri e attualmente all’esame del Parlamento, il Governo ha avviato un percorso di riforma del sistema fiscale che dovrà accompagnare l’attuazione del PNRR. La riforma fiscale è tra le azioni chiave da intraprendere per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese. Pur non rientrando nell’ambito operativo del
PNRR, gli interventi per la razionalizzazione e l’equità del sistema fiscale possono concorrere a realizzare gli obiettivi generali di equità sociale e miglioramento della competitività del sistema produttivo già indicati nelle Raccomandazioni all’Italia. Nel PNRR si esplicita, infatti, la necessità di un intervento complessivo, che parta da una analisi operata da esperti in materia fiscale e che abbia come obiettivo principale la definizione di un sistema fiscale certo ed equo”. Tale riforma non è pertanto parte del Piano e alla sua attuazione non è connessa alcuna delle erogazioni di risorse che l’Unione europea mette a disposizione del nostro Paese nell’ambito dei fondi del Next Generation EU. La necessità di una riforma fiscale figurava già, peraltro, nelle Raccomandazioni specifiche rivolte
all’Italia dall’Unione europea nel 2019.
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