In caso di mancata assunzione del legittimo vincitore di un concorso pubblico, al danneggiato non può esser accordata l’intera somma degli stipendi persi. Secondo il Consiglio di Stato (sentenza n.8633/2023) ciò si tradurrebbe in un vantaggio eccessivo ed ingiustificato per il danneggiato che, nel frattempo, ben avrebbe potuto (e dovuto) concentrare i propri sforzi verso ulteriori occasioni lavorative. Di qui il riconoscimento da parte del giudice di somma non superiore al 50% dei compensi spettanti.
Nella vicenda la ricorrente aveva partecipato alla selezione per il conferimento di un incarico annuale presso un Ente calabrese; si trattava di una collaborazione esterna ad alto contenuto di professionalità. Ma l’interessata arrivava seconda per omessa valutazione di alcuni titoli di servizio inspiegabilmente non considerati. Tale accertamento era stato effettuato dal Tar in primo grado che però – a dire della ricorrente – aveva operato una valutazione errata della “entità dell’imperizia” della Pa nel porre in essere atti e procedimenti. La corretta valutazione dei titoli le avrebbe consentito di arrivare prima, non seconda, e di aggiudicarsi dunque l’incarico; che però ormai a causa del tempo trascorso e della validità annuale dell’incarico, neppure poteva più esserle assegnato.
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