Il giudice contabile d’appello ha rilevato che il dipendente condannato, sebbene non fosse responsabile del procedimento amministrativo, aveva il compito di procedere alla istruttoria delle pratiche di riconoscimento delle rendite vitalizie.
Secondo la Corte dei conti, al convenuto competeva verificare i requisiti di accesso ai benefici in questione. L’attività preparatoria dei provvedimenti svolta dal Gennari – si afferma nella sentenza – era carente sotto il profilo istruttorio e caratterizzata da gravi irregolarità.
La Sezione giurisdizionale d’appello ha qualificato la condotta dell’incolpato come connotata da colpa grave, stante la grave imperizia, negligenza e superficialità nello svolgimento dell’attività istruttoria
demandatagli.