Come chiarito dalla Cassazione la prova pratica nei concorsi pubblici non si limita ad essere un’esercitazione manuale, ma può includere qualunque procedura utile a valutare le capacità concrete del candidato, nel contesto lavorativo.
A volte può essere, quindi, un test scritto che, però, deve contenere domande e quesiti formulati in modo tale da poter esaminare realmente le competenze operative dei candidati, senza limitarsi alle conoscenze teoriche. Nella prova pratica di un concorso, bisogna accertarsi dell’idoneità del candidato a svolgere le mansioni specifiche richieste, senza però entrare in una valutazione comparativa con gli altri candidati.
L’obiettivo è, appunto, esaminare i candidati sulle loro capacità di tradurre le nozioni studiate in azioni concrete. Un esempio può essere una lezione simulata, nei concorsi per la scuola, nella quale i candidati potranno esporre la loro capacità di fare lezione a degli studenti, mettendo in pratica i loro studi.
Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza n. 5653 del 4 marzo 2024