Affidamento di immobili comunali ad uso impianto sportivo ad una società in modo “non conforme alla normativa”. Proroga contrattuale della concessione non consentita dalla legge, come pure l’affidamento diretto allo stesso operatore.
Sono questi alcuni dei rilievi formulati da Anac a un grosso Comune del Milanese, area metropolitana, sollevando anche l’uso distorto da parte dell’amministrazione comunale dello strumento della transazione. Ora il Comune ha tempo 45 giorni per comunicare all’Anac come intende far fronte alla situazione, e quali decisioni intende assumere ai fini dell’avvio di una procedura di evidenza pubblica per l’individuazione del nuovo gestore della struttura sportiva a partire dal 1° settembre 2023.
L’istruttoria di Anac è partita da un esposto che faceva presente come il Comune milanese aveva concesso in gestione per trent’anni ad una società un grosso centro sportivo, e continuava tale pratica tramite affidamento diretto, in proroga, senza ricorso a procedure di evidenza pubblica e in assenza per settimane di un titolo legittimante in capo alla società sportiva. La concessione trentennale era infatti scaduta il 23 marzo 2022, e fino alla nuova delibera a maggio 2022, la società sportiva aveva continuato a gestire gli spazi comunali senza titolo.
Il centro sportivo, in concessione trentennale, riguardava prevalentemente attività tennistica e calcetto, con annessi servizi di ristoro.
Dai controlli effettuati da Anac è emerso che, effettivamente, l’operato della stazione appaltante risultava “non conforme alla normativa di settore”, e che la proroga della concessione era “non legittima”.