L’abuso del diritto si fa largo anche fra i tributi locali, e in quel caso il suo accertamento rischia di costare ancora più caro di quel che si verifica per le entrate erariali. La novità arriva dalla sentenza 229/2023 della Ctp di Bologna che stabilisce un principio innovativo nell’esame degli effetti della «concorrenza fiscale» fra diversi territori in Italia.
L’abuso del diritto (articolo 10-bis della legge 212/2000) nasce dal fatto che il cuore operativo e le attività di direzione della società sono rimaste nei dintorni di Bologna anche dopo il trasferimento a Nord, dove hanno continuato a riunirsi i consigli di amministrazione e dove è proseguita la registrazione di tutti i mandati dei procuratori.
Su questi presupposti, e qui arriva l’aspetto più innovativo e ricco di conseguenze pratiche della sentenza, i giudici tributari non si limitano a promuovere in pieno la richiesta avanzata dall’Emilia Romagna; ma aggiungono che la Provincia di Trento, avendo «legittimamente incassato le somme versate dalla ricorrente a titolo di tassa automobilistica, in ragione della dichiarazione resa» dalla stessa società, «è e resta estranea al giudizio». Quindi non è chiamata dalla sentenza a restituire i 451.318 euro incassati negli anni.