Una recente ordinanza della Cassazione civile (Sezione I, n. 15019/2025) ha fatto chiarezza sulla giurisdizione competente in merito alle controversie sui compensi nelle concessioni dei servizi di trasporto pubblico locale.
Tali questioni rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, poiché le imprese agiscono come titolari di un diritto soggettivo e l’Amministrazione Pubblica non esercita un potere autoritativo in fase di determinazione del corrispettivo.
Il Caso di un’Impresa Pugliese e le Pronunce Precedenti
La vicenda ha origine dal ricorso di un’impresa di trasporto pubblico locale che, gestendo il servizio in base a una concessione ottenuta nel 1995 da un Comune pugliese, si era rivolta al Tribunale di Foggia.
L’obiettivo era ottenere la nomina di un consulente tecnico per quantificare le somme spettanti a fronte dell’aumento dei costi di gestione (lavoro, carburante, ecc.). Il consulente aveva accertato un disavanzo di oltre 145mila euro per gli anni dal 2004 al 2008.
Successivamente, l’impresa aveva chiesto al Tribunale la condanna del Comune al pagamento di tale somma. Tuttavia, sia il Tribunale di Foggia (sentenza n. 993/2017) che la Corte d’Appello di Bari (pronuncia n. 1730/2020) avevano dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, ritenendo la questione di competenza del giudice amministrativo.
La Svolta della Cassazione: Diritti Soggettivi e Assenza di Potere Autoritativo
La Cassazione ha invece accolto il ricorso dell’impresa, ribaltando l’esito dei giudizi precedenti. Il principio chiave stabilito dalla Suprema Corte è che “le controversie attinenti alla misura dei compensi spettanti alle imprese esercenti i servizi di trasporto locale in concessione rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario”.
Questa decisione si fonda su due pilastri:
- Assenza di valutazione comparativa: Nel procedimento amministrativo di determinazione del quantum dovuto, non si ravvisano momenti di valutazione comparativa di interessi privati e pubblici. Si tratta, piuttosto, dell’applicazione di parametri di natura normativa.
- Qualificazione come diritti soggettivi: Le posizioni giuridiche azionate dalle imprese in questo contesto si configurano come diritti soggettivi, non come interessi legittimi.
La Cassazione ha anche chiarito che la natura di “servizio pubblico” della pretesa azionata è irrilevante per la giurisdizione in questi casi. Per radicare la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, come evidenziato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 204/2004), è necessario che la Pubblica Amministrazione agisca esercitando il suo potere autoritativo.
Questo non si verifica quando si tratta di corrispettivi (inclusi i contributi di esercizio) dovuti alle imprese che gestiscono il servizio di trasporto pubblico locale in concessione.