Il Ministero dell’Interno, tramite la circolare 007541/2025 della Direzione Centrale per le Autonomie e l’Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali, ha dettato nuove e stringenti indicazioni in merito ai vincoli massimi di numero e durata degli incarichi in scavalco conferibili ai segretari comunali.
L’obiettivo è chiaro: favorire la prima nomina dei vincitori dei corsi-concorso e garantire una presenza stabile e qualificata di queste figure nei Comuni.
Il richiamo del Ministero si rivela quanto mai opportuno, dato che molte amministrazioni tendono a privilegiare l’utilizzo dello scavalco piuttosto che procedere con l’assunzione di segretari, anche in convenzione.
Questa pratica, purtroppo diffusa, si manifesta nonostante la notevole riduzione delle carenze di queste figure professionali, grazie alle recenti immissioni nell’albo dei segretari vincitori di corso-concorso.
Le Ragioni Dietro gli Scavalchi e i Rischi
Le motivazioni che spingono i Comuni a ricorrere agli scavalchi sono molteplici. Spesso, si cerca di contenere la spesa del personale, una voce di bilancio che per molti enti è al limite di quella del triennio 2011/2013 (o del 2008 per i Comuni fino a mille abitanti), il cui superamento comporta il divieto di nuove assunzioni.
Tuttavia, non di rado, alla base della mancata assunzione a tempo pieno o in convenzione di un segretario vi sono ragioni di tipo “funzionale”. In alcuni contesti, le amministrazioni si sono abituate a fare a meno della figura del segretario per le attività di coordinamento e sovrintendenza dei responsabili e di programmazione delle attività.
Al segretario, in questi casi, vengono assegnati “solo” i compiti di verbalizzazione delle riunioni di giunta e consiglio, di rogito e, al più, qualche richiesta di parere giuridico. Si tende a ritenere che un segretario “esperto”, anche con un impegno orario ridotto, sia preferibile operativamente (e meno costoso) rispetto a un segretario di nuova nomina disponibile per un periodo più lungo.
Questa scelta, però, si pone fuori dal quadro legislativo, che impone la presenza del segretario in tutti i Comuni. L’esperienza dimostra, inoltre, che spesso tale prassi non si traduce in un miglioramento della qualità dell’attività amministrativa.
Le Nuove Regole e le Sanzioni per i Segretari
La circolare del Viminale è un richiamo all’ordine. Essa ribadisce il limite massimo di cinque scavalchi per ogni segretario, come già stabilito da precedenti circolari ministeriali. Richiama, inoltre, il dettato dell’articolo 62 del contratto del 16 luglio 2024, che ha rafforzato il principio della residualità del ricorso agli scavalchi, fissando una durata massima di 120 giorni e subordinando l’eventuale proroga alla condizione che la pubblicizzazione della sede sia andata deserta.
Un altro aspetto fondamentale riguarda i segretari che non hanno ancora conseguito la prima nomina. La legge 69/2025 di conversione del Decreto Legge n. 25 prevede che questi debbano partecipare ogni anno ad almeno sei procedure di selezione da parte dei Comuni e debbano conseguire il primo incarico entro cinque anni successivi all’iscrizione all’albo. La violazione di anche una sola di queste due previsioni è sanzionata con la cancellazione dall’elenco dei segretari.
Ruolo delle Prefetture e Definizioni
La circolare impegna esplicitamente le Prefetture a vigilare sullo “scrupoloso rispetto” di queste disposizioni, ricordando che è l’Albo dei Segretari a dover autorizzare lo scavalco e/o la supplenza.
È utile ricordare la distinzione tra:
- Scavalco: lo svolgimento dell’attività in un ente privo di segretario.
- Supplenza: la sostituzione del segretario temporaneamente assente.
Gli enti, in assenza del segretario, possono far svolgere tali attività al vicesegretario per un periodo massimo di 120 giorni. I piccoli Comuni, inoltre, possono conferire tale incarico per un arco temporale più lungo a un funzionario del proprio o di un altro ente in possesso dei requisiti per l’accesso al concorso a segretario.
L’iniziativa del Ministero mira a garantire maggiore stabilità e professionalità nell’attività amministrativa dei Comuni, promuovendo l’assunzione a tempo pieno dei segretari e riducendo il ricorso a soluzioni temporanee che, seppur a volte economiche nell’immediato, possono compromettere la qualità della gestione pubblica.