Una recente pronuncia del 23 aprile 2025 del Consiglio di Stato, sezione II, è intervenuta in tema di risarcimento del danno non patrimoniale nell’ambito della giustizia amministrativa.
In particolare, il focus è su due aspetti fondamentali:
- il ruolo della consulenza tecnica d’ufficio (CTU) nella quantificazione del danno non patrimoniale;
- l’applicazione del principio della compensatio lucri cum damno, cioè la compensazione tra il danno subito e gli eventuali vantaggi conseguiti dal danneggiato a seguito dello stesso fatto lesivo.
Consulenza tecnica d’ufficio
La pronuncia sottolinea che, nel processo amministrativo, la CTU può essere uno strumento utile per accertare e quantificare il danno non patrimoniale, specie quando si tratta di pregiudizi che richiedono valutazioni tecniche o specialistiche. Tuttavia, la CTU non può mai sostituire la valutazione discrezionale del giudice, che resta il titolare esclusivo della decisione sul quantum del risarcimento.
Compensatio lucri cum damno
Il Consiglio di Stato con la sentenza n. 3500/2025 ribadisce che, nel calcolo del risarcimento, occorre tenere conto non solo del danno subito, ma anche di eventuali vantaggi patrimoniali che il danneggiato abbia conseguito in conseguenza dello stesso fatto illecito. Questo principio mira a evitare un indebito arricchimento del danneggiato e garantire che il risarcimento abbia funzione riparatoria e non punitiva.
Principi generali ribaditi:
- Il danno non patrimoniale deve essere provato e quantificato secondo criteri rigorosi, anche tramite CTU, ma la decisione finale spetta sempre al giudice.
- La compensatio lucri cum damno si applica anche al danno non patrimoniale, purché il vantaggio conseguito sia causalmente collegato all’evento dannoso.