La Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Campania, con la sentenza n. 158 del 12 maggio 2025, ha messo un freno alle pretese delle Province di riscuotere dai Comuni le quote della Tarsu/Tia (ora Tari) non incassate dai cittadini.
Una decisione importante che chiarisce la ripartizione delle responsabilità e tutela gli enti locali virtuosi.
Il Contenzioso: La Provincia Chiede il “Dovuto” a Prescindere dall’Incasso
Il caso in esame vedeva una Provincia ingiungere a un Comune il pagamento di importi relativi alla Tarsu/Tia, sostenendo il diritto a ricevere tali somme a prescindere dall’effettiva riscossione da parte dell’ente comunale. In altre parole, la Provincia riteneva che il Comune dovesse versare la quota provinciale anche per le tasse non pagate dai contribuenti.
Il Comune, dal canto suo, aveva regolarmente adempiuto a tutti gli obblighi procedurali: aveva formato e approvato i ruoli di riscossione, indicando specificamente e separatamente gli importi da riversare alla Provincia. La contestazione, quindi, non verteva sulla mancanza di adempimenti da parte del Comune, ma esclusivamente sul mancato versamento delle quote non ancora incassate.
La Posizione della Corte dei Conti: Solo Sull’Effettivo Riscossione
La Corte dei Conti ha respinto le pretese della Provincia, stabilendo un principio fondamentale: la quota Tarsu/Tia di spettanza provinciale deve essere calcolata esclusivamente sull’effettivo riscosso.
La motivazione è chiara: l’onere del mancato incasso non può essere posto a carico del Comune, specialmente quando, come in questo caso, non emergono profili di responsabilità a suo carico. La Corte ha sottolineato che l’articolo 11, commi 5-bis e 5-ter, del D.L. n. 195/2009 non prevede in alcun modo l’obbligo per il Comune di riversare alla Provincia importi non incassati, per qualsiasi motivo.
In sintesi, se un cittadino non paga la tassa sui rifiuti, la responsabilità di tale mancato incasso non può ricadere sul Comune, che ha già svolto il suo compito di formazione e trasmissione dei ruoli di riscossione.
Le Implicazioni della Sentenza: Chiarezza e Tutela per i Comuni
Questa sentenza è di notevole importanza per gli enti locali. Essa:
- Chiarisce la responsabilità: Definisce in modo netto che il rischio del mancato incasso delle tasse sui rifiuti grava sull’ente creditore finale (la Provincia, per la sua quota) e non sull’ente che gestisce la riscossione (il Comune), purché quest’ultimo abbia agito correttamente.
- Tutela i bilanci comunali: Evita che i Comuni si trovino a dover coprire con proprie risorse somme che non sono state effettivamente riscosse dai contribuenti, alleggerendo un potenziale onere finanziario ingiusto.
- Promuove l’efficienza: Sottolinea l’importanza per le Province di dotarsi di meccanismi efficaci per la riscossione delle proprie quote, anziché riversare l’onere sui Comuni.
La documentazione presentata dal Comune, che includeva ruoli, determine di approvazione dei ruoli con note di trasmissione alla Provincia e mandati di pagamento, ha confermato l’integrale soddisfazione del credito della Provincia per le quote Tarsu/Tia effettivamente riscosse dal Comune, portando all’annullamento dell’ingiunzione di pagamento contestata.
Questa pronuncia della Corte dei Conti rappresenta un precedente significativo che rafforza la posizione dei Comuni di fronte a pretese infondate legate alla gestione delle entrate tributarie.