Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDEC) ha recentemente pubblicato uno schema operativo essenziale per i revisori degli enti locali.
L’obiettivo è fornire un supporto concreto per l’espressione del parere sul ripiano triennale del disavanzo ordinario, come previsto dall’articolo 188 del d.lgs. 267/2000.
Il documento del CNDEC è strutturato in due parti principali: una “Premessa metodologica”, che offre un quadro sinottico della normativa di riferimento con indicazioni puntuali, e un “Modello di parere”, un format adattabile alle diverse situazioni e fattispecie.
Il Ripiano del Disavanzo Ordinario: Normativa e Processo
Il ripiano del disavanzo ordinario di amministrazione, da realizzarsi in un triennio (e comunque entro il termine della consiliatura), è disciplinato dall’articolo 188 del d.lgs. 267/2000. Questo processo deve avvenire contestualmente all’adozione di una delibera consiliare che includa un piano di rientro e l’individuazione dei provvedimenti necessari a ripristinare il pareggio di bilancio.
Qualora si ricorra al piano pluriennale di riassorbimento del disavanzo, l’ente deve adottare misure specifiche per ripristinare il pareggio. Queste includono l’utilizzo delle economie di spesa e di tutte le entrate, con alcune eccezioni: non possono essere utilizzate quelle provenienti dall’assunzione di prestiti, quelle con specifico vincolo di destinazione, i proventi derivanti dall’alienazione di beni patrimoniali disponibili e altre entrate in conto capitale relative a squilibri di parte capitale.
Per favorire il rientro, è prevista una deroga alle regole generali che impongono la definizione della manovra tributaria entro il termine di approvazione del bilancio di previsione. L’ente può infatti modificare le tariffe e le aliquote relative ai tributi di propria competenza con una delibera contestuale.
La deliberazione del piano di rientro, oltre ai provvedimenti necessari per ripristinare il pareggio (da allegare al bilancio di previsione e al rendiconto), deve contenere un’analisi dettagliata delle cause che hanno determinato il disavanzo e l’identificazione di misure strutturali volte a prevenire futuri disavanzi.
I Controlli del Revisore per l’Espressione del Parere
Il documento del CNDEC si concentra sui controlli che il revisore è chiamato a effettuare per esprimere il proprio giudizio. Gli elementi da attenzionare in modo specifico sono:
- a) Le cause del disavanzo: distinguere tra ragioni strutturali e non strutturali che hanno portato alla formazione del disavanzo.
- b) Misure di recupero: valutare le caratteristiche e la prudenziale attuabilità delle misure previste per il recupero del disavanzo, sia in termini di contenimento delle spese che di sviluppo delle entrate.
- c) Adeguatezza delle misure strutturali: verificare che le misure individuate siano sufficienti a evitare la formazione di ulteriore disavanzo.
- d) Coerenza della ripartizione: analizzare la coerenza della ripartizione del disavanzo sugli esercizi del bilancio di previsione o la ragionevole prospettiva del suo riassorbimento entro il termine della consiliatura.
Il documento estende l’analisi anche ad altri profili rilevanti per l’organo di revisione economico-finanziaria. Tra questi, spiccano gli obblighi informativi nell’ambito del rendiconto e del bilancio di previsione, il rispetto dei limiti nell’utilizzo dell’avanzo vincolato, accantonato e destinato (come previsto dalla Legge n. 145/2018), e l’analisi della relazione semestrale del sindaco o presidente della provincia.
Lo schema di parere proposto dal CNDEC offre una guida flessibile che il revisore può adottare e adattare alle proprie esigenze. Permette di formulare il giudizio finale partendo dal riscontro dei contenuti del provvedimento, considerando l’analisi delle cause, la distribuzione del disavanzo nei tre esercizi, le misure per ripristinare il pareggio e, infine, le azioni volte a prevenire la formazione di ulteriore disavanzo.
Questo strumento si configura come un supporto prezioso per garantire trasparenza e corretta gestione finanziaria negli enti locali italiani.