Una svolta significativa si profila per la dichiarazione IMU. Lo schema di decreto legislativo sui tributi locali, approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri lo scorso venerdì 9 maggio, mira a centralizzare e semplificare l’adempimento, stabilendo che l’unica dichiarazione valida sarà quella ministeriale, da trasmettersi esclusivamente per via telematica.
L’obiettivo primario è porre fine alle prassi locali di alcuni Comuni che, andando contro l’orientamento del Dipartimento delle Finanze, continuano a imporre l’obbligo dichiarativo anche in situazioni in cui non sarebbe necessario.
La normativa vigente: la dichiarazione solo per dati non noti al Comune
Già con la legislazione attuale, la dichiarazione IMU dovrebbe essere presentata unicamente in presenza di dati, prevalentemente relativi ad agevolazioni, che non sono conosciuti né facilmente conoscibili dai Comuni. Le istruzioni ministeriali alla compilazione della dichiarazione elencano specificamente i casi in cui la presentazione è obbligatoria, cercando di semplificare l’adempimento per i contribuenti.
Il nodo delle agevolazioni e le carenze informative comunali
Tuttavia, in pratica, l’effettiva conoscenza di alcune informazioni da parte dei Comuni si rivela spesso limitata. Si pensi, ad esempio, ai contratti di locazione a canone concordato che, se datati e oggetto di successive proroghe, potrebbero non essere correttamente registrati nell’anagrafe tributaria e la cui estrazione massiva risulta complessa, richiedendo una consultazione puntuale.
Analogamente, l’informazione relativa all’immobile assegnato in sede di separazione o divorzio, che comporta l’esenzione IMU per l’assegnatario, non è sempre facilmente reperibile per le amministrazioni locali. Proprio per queste ragioni, molti Comuni hanno continuato a richiedere la presentazione della dichiarazione anche per la fruizione di agevolazioni previste dalla legge che, secondo le indicazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), dovrebbero essere già a loro conoscenza.
Il cambio di rotta: unica dichiarazione ministeriale e vincolante
Se il testo del decreto dovesse rimanere invariato, queste richieste comunali diventeranno inammissibili. L’unico adempimento richiesto ai contribuenti sarà la trasmissione telematica della dichiarazione ministeriale, e le relative istruzioni di compilazione diventeranno le sole regole da seguire. Questo dovrebbe portare a una maggiore uniformità e certezza per i contribuenti a livello nazionale.
Il nodo delle agevolazioni comunali: incertezza in vista
Un punto ancora da chiarire riguarda il trattamento delle agevolazioni comunali, collegate a riduzioni delle aliquote IMU decise a livello locale. In questo caso, potrebbe interpretarsi che la riforma non abbia un impatto diretto, consentendo ai Comuni di continuare a subordinare l’applicazione di tali benefici alla presentazione di una specifica comunicazione da parte del contribuente.
Tuttavia, sarà cruciale verificare attentamente il testo delle istruzioni ministeriali relative alla futura dichiarazione. Se queste dovessero contenere indicazioni specifiche anche in merito agli “sconti” decisi a livello locale, risulterebbe più difficile per i Comuni agire in autonomia e richiedere ulteriori adempimenti.
Le agevolazioni statali con obbligo dichiarativo confermato
Lo schema di decreto, inoltre, conferma l’obbligo dichiarativo per specifiche agevolazioni statali, tra cui:
- Alloggi sociali
- Unità immobiliari esenti di proprietà di appartenenti alle forze armate e ad altri soggetti specificamente indicati dalla legge.
- Immobili merce delle imprese costruttrici.
Il precedente della Cassazione e il rischio di interpretazioni restrittive
È importante ricordare che un orientamento della Corte di Cassazione, sebbene non pienamente condiviso, ha in passato considerato la dichiarazione come regola generale obbligatoria per poter beneficiare di esenzioni e agevolazioni (sentenza n. 37385/2022). Poiché per le casistiche sopra elencate l’adempimento dichiarativo è espressamente previsto dal decreto, è probabile che l’omissione della dichiarazione continuerà ad essere considerata ostativa alla fruizione dei benefici di legge.
In conclusione, il decreto legislativo in discussione rappresenta un tentativo significativo di semplificare e uniformare l’adempimento della dichiarazione IMU, ponendo un freno alle richieste locali non giustificate. Tuttavia, rimane da chiarire l’impatto sulle agevolazioni comunali e sarà fondamentale monitorare attentamente il testo definitivo del decreto e le relative istruzioni ministeriali per comprendere appieno le nuove regole del gioco.