La responsabilità dell’amministrazione pubblica per l’inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione di un procedimento ha natura di responsabilità da fatto illecito aquiliano (ex art. 2043 cod. civ.).
Ciò significa che, per ottenere il risarcimento, il danneggiato deve dimostrare la lesione di un bene della vita. Questo è quanto enunciato dal TAR Calabria con la sentenza n. 384/2025.
La pronuncia giunge a seguito di un ricorso presentato da una società che si è vista negare a lungo, e senza alcuna motivazione, la possibilità di erogare prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di riferimento, nonostante fosse in possesso del necessario accreditamento.
La società ha chiesto al TAR l’accertamento dell’illegittimità del silenzio inadempimento dell’amministrazione e la sua condanna al risarcimento del danno economico derivante dalla mancata percezione delle prestazioni fatturate.
Il danno da ritardo: non presunto, ma da provare
Il Collegio, nella sua analisi, si sofferma in primo luogo sulla nozione di danno da ritardo. Ribadendo quanto già espresso dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato (sentenza 23 aprile 2021, n. 7), il TAR Calabria ha affermato che il danno non può essere presunto per il semplice scorrere del tempo. Devono invece sussistere precisi presupposti per fondare la responsabilità aquiliana.
In particolare, per dimostrare la “cattiva gestione” dell’amministrazione e, di conseguenza, la sua responsabilità per il ritardo, il danneggiato dovrà provare congiuntamente:
- La violazione dei termini procedimentali: è indispensabile che l’amministrazione non abbia rispettato i tempi previsti per la conclusione del procedimento.
- Il dolo o la colpa dell’amministrazione procedente: deve essere accertato che l’inerzia o il ritardo siano stati intenzionali (dolo) o dovuti a negligenza, imprudenza o imperizia (colpa).
- Il nesso di causalità materiale o strutturale: deve esserci un collegamento diretto tra il comportamento illegittimo dell’amministrazione (il ritardo) e il danno subito.
- Il danno ingiusto: inteso come lesione dell’interesse legittimo al rispetto dei termini del procedimento. Non basta un semplice disagio, ma una lesione concreta di un interesse giuridicamente rilevante.
- Sul piano delle conseguenze, il fatto lesivo deve essere collegato da un nesso di causalità ai pregiudizi patrimoniali o non patrimoniali lamentati: una volta accertato il danno ingiusto, è necessario dimostrare che i pregiudizi economici (o non economici) subiti derivino direttamente da tale danno.
Questa sentenza del TAR Calabria ribadisce l’importanza di un onere della prova rigoroso per chi intende ottenere il risarcimento per il danno da ritardo dell’amministrazione, sottolineando la necessità di non limitarsi alla mera violazione dei termini, ma di dimostrare tutti gli elementi costitutivi della responsabilità extracontrattuale.