Sblocco Stipendi nella PA: Via libera agli aumenti per la maggioranza di Comuni e Regioni, ma resta il nodo dei bilanci
Il Decreto PA Apre a Incrementi Salariali
L’approvazione definitiva in Senato del decreto sulla Pubblica Amministrazione, con l’inserimento dello “sblocca stipendi”, apre la strada a possibili aumenti retributivi per una significativa parte degli enti territoriali italiani. Le stime governative indicano che oltre il 90% degli enti locali e più del 60% delle Regioni potrebbero beneficiare di questa nuova misura.
Stime e Potenziali Effetti Economici
Poche ore dopo il voto di fiducia al Senato, il ministro per la PA Paolo Zangrillo, durante il Question Time alla Camera, ha fornito le prime valutazioni sull’impatto potenziale della norma. Si stima che possano essere liberati fino a 1,9 miliardi di euro, traducibili in circa 300 euro lordi mensili per dipendente. Tuttavia, il Ministro ha precisato che l’effettiva erogazione degli aumenti dipenderà dalle scelte delle singole amministrazioni e, crucialmente, dalla solidità dei loro bilanci.
Le Condizioni per l’Aumento: Equilibrio di Bilancio e Sostenibilità Finanziaria
La nuova normativa consente agli enti di incrementare il fondo accessorio fino al 48% della spesa per gli stipendi tabellari del personale non dirigente registrata nel 2023. Questa possibilità è però subordinata al rispetto dell’equilibrio pluriennale di bilancio, certificato dagli organi di controllo, e alla conformità con le regole sulla “sostenibilità finanziaria”, che valutano la capacità assunzionale in base al rapporto tra spese per il personale ed entrate correnti stabili. In sostanza, solo gli enti con finanze solide potranno effettivamente implementare gli aumenti.
Interrogativi e la Risposta del Governo
La potenziale interazione con le esistenti norme di contenimento della spesa ha sollevato interrogativi, sfociati in un’interrogazione da parte dei deputati di Azione. Il ministro Zangrillo ha risposto annunciando l’imminente pubblicazione di una circolare della Ragioneria generale dello Stato per garantire un’applicazione uniforme della norma. Il Ministro ha inoltre rivendicato la portata storica della misura, sottolineando come il Governo intenda porre fine a una “disparità storica” a danno degli enti locali.
Il Divario Retributivo Attuale
Zangrillo ha illustrato le significative disparità retributive esistenti tra i dipendenti di diversi comparti della PA. Ad esempio, un dipendente di categoria A in un Comune percepisce in media 22.338 euro lordi annui, contro i 26.382 euro di un omologo regionale. Il divario si accentua ulteriormente tra i funzionari.
Assegnazione di Risorse e la Critica Sindacale
Mentre il decreto prevede stanziamenti specifici per le amministrazioni centrali e le agenzie fiscali, gli enti territoriali dovranno fare affidamento sulle proprie risorse per finanziare gli aumenti. Questa disparità di trattamento ha generato la critica della segretaria generale della Uil Flp, Rita Longobardi, che ha denunciato un approccio che rischia di acuire le disuguaglianze.
Ottimismo del Governo e Incertezza sui Tetti di Spesa
Nonostante le critiche, il ministro Zangrillo si è detto fiducioso nella concreta applicabilità della norma. Tuttavia, un elemento di incertezza è rappresentato dai vecchi tetti generali alla spesa del personale, ancorati a livelli di spesa risalenti al 2011/2013 o addirittura al 2008. Questi vincoli normativi, pur essendo stati in parte superati dal concetto di “sostenibilità finanziaria”, potrebbero potenzialmente limitare la capacità degli enti di erogare gli aumenti. Si ipotizza la possibilità di una loro abrogazione, data la loro obsolescenza e il mutato contesto delle priorità.
La Sfida di Attrarre Talenti negli Enti Locali
La sfida fondamentale rimane quella di rendere gli enti locali competitivi nell’attrarre e trattenere personale qualificato. In questo contesto, lo “sblocca stipendi” rappresenta un potenziale strumento per allineare le retribuzioni del comparto territoriale con quelle di altre amministrazioni, contribuendo a rendere più attrattiva la Pubblica Amministrazione nel suo complesso, come testimoniato dal significativo numero di bandi di concorso pubblicati nei primi mesi dell’anno.