Sarà possibile escludere da un bando gara l’impresa che ha contestazioni in corso con il fisco anche se non definitivamente accertate. In queste situazioni, per evitare di essere esclusi dal bando di gara, le imprese non potranno far altro che pagare quanto richiesto dal fisco, anche se ingiusto e ingiustificato, e poi attivarsi per chiederne il rimborso anche in sede giurisdizionale.
È il paradossale effetto delle disposizioni contenute nel decreto del ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, del 28 settembre scorso. Il decreto in oggetto, in attuazione del codice dei contratti pubblici, all’articolo 1 prevede la possibilità dell’esclusione dalla partecipazione a una procedura d’appalto degli operatori economici che hanno commesso gravi violazioni non definitivamente accertate in materia fiscale.
Questa definizione è, di fatto, contraddittoria. Non si può affermare che tali soggetti hanno commesso gravi violazioni fiscali se le stesse sono, allo stesso tempo, non definitivamente accertate. Nella prassi quotidiana sono molte le contestazioni degli uffici delle Entrate che vengono successivamente annullate in autotutela o a seguito di sentenze della giustizia tributaria. Segno evidente che anche l’amministrazione finanziaria commette errori e richiede somme ai contribuenti che in realtà, ad un più attento esame, si rivelano non dovute.